Un simbolo dalla storia articolata e avvolta nel mistero proprio perché legato alla mitologia. Dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono intrecciati con spighe di grano, si irradiano tre gambe piegate all’altezza del ginocchio. La Trinacria.
Oggi diciamo semplicemente che le spighe di grano rappresentano la fertilità del territorio, le gambe i tre promontori, punti estremi dell’isola: Capo Peloro, Capo Lilibeo, Capo Passero.
La nave apre il mare, fra la schiuma bianca ondeggiano sfumature blu scuro, grigie, verdi, si inseguono, si fondono per crearne di nuove, si crea un solco nell’acqua che presto si richiuderà riprendendo il suo naturale movimento.
Un uccello si è imbarcato con noi, un passeggero tranquillo, in attesa di raggiungere la terra.
La Sicilia, terra che regalerà emozione, sorpresa, meraviglia, una terra magica, ci accoglie con questo tramonto mentre entriamo nel porto di Palermo.
Tornerà il sole la mattina seguente per accompagnarci a Segesta .
Ammiriamo il tempio dorico del V secolo a.c, forse dedicato a Cerere la dea delle messi.
si intravede fra gli ulivi mentre si sale il breve pendio e ci appare in tutto il tuo splendore
Attorno al tempio ho conosciuto la mandragola (mandragora autumnalis) pianta mitica per eccellenza, la cui storia lunga e complessa ha lasciato testimonianze in varie parti del mondo, usata in pratiche magiche in molte culture.
Ha un curioso aspetto antropomorfo che, secondo la leggenda, è derivato dalla sua appartenenza al mondo animale e vegetale insieme. Tossica certo, ma il fiore che pare nascere dalla terra, è molto bello.
Da Erice, posto in alto ed esposto al vento, si gode di una bella visione su
Trapani e le saline
anche i palloncini osservano!
Ecco la pavimentazione fatta di pietre di tutte le stradine di Erice
la chiesa con il bel rosone
A Erice, come in tutta la Sicilia, un’altra arte merita grande attenzione, quella della pasticceria. I dolci siciliani fatti con gli ingredienti tipici come il pistacchio, le mandorle, il miele sono noti.
Famosi poi in tutto il mondo sono i dolci anticamente preparati nei conventi, basti pensare alla “frutta martorana” cioè il marzapane di pasta di mandorle a forma di frutta o verdura che prende il nome dall’omonimo monastero palermitano.
le ceramiche colorate rallegrano
un detto siciliano ci fa sorridere!
Scendiamo sul mare per una breve visita alle saline con i mulini a vento
una bella giornata ricca di cose nuove con il pensiero rivolto a domani quando ci attende
la visita alla Valle dei Templi.
La ricca area archeologica sede dell’antica Akragas fu la più importante colonia greca in Sicilia, dominata dai templi dorici immersi fra antichi ulivi e giardini di mandorli che già a
febbraio annunceranno la precoce primavera siciliana.
Tante delicate corolle daranno leggerezza alle maestose colonne dei templi.
Il Tempio della Concordia, costruito verso la metà del V secolo a.c, è uno degli edifici
meglio conservati del mondo greco in Sicilia forse perché consacrato nel 597 d.c come chiesa dedicata agli apostoli Pietro e Paolo.
colonne di un tempio appaiono fra le pale di un fico d’India, ovunque si volga lo sguardo si incontrano reperti archeologici
L’archeologia immersa nella natura a me piace, ha qualcosa di quieto, di riposante,
si lascia ammirare con eleganza, senza opprimere.
Fra queste meraviglie vive la “capra girgentana”. Originaria di alcune regioni dell’Asia,
fu introdotta in Sicilia nell’antichità dai greci o forse dagli arabi; il suo nome deriva da
Girgenti, ora Agrigento.
Ha pelo lungo e bianco, sulla fronte un folto ciuffo che gli allevatori tagliano a frangetta,
bellissime le corna elegantemente attorcigliate. Era un animale a rischio estinzione, per questo motivo è stata reintrodotta nella Valle dei Templi a farsi ammirare, come una dea!
e non sa di vivere in un luogo così importante!